Emergenza siccità a Ol Moran: «Serve subito aiuto»

KENYA – Don Giacomo Basso lancia l’allarme: da agosto bisognerà intervenire per dare cibo a 1.500 famiglie e a 700 alunni delle scuole primarie

Il raccolto di quest’anno è andato perduto perché da dicembre non piove. Con circa 25 mila euro la parrocchia di S. Marco vuole avviare due progetti: “Food for Work” (cibo in cambio di lavoro) e “Feeding Program”, per nutrire i bambini a scuola

siccità-2014

Il mostro della siccità è tornato in azione a Ol Moran, la parrocchia keniota guidata da don Giacomo Basso. Le ultime piogge significative sono cadute fra novembre e dicembre 2013. Qualche timido piovasco a febbraio ha fatto sperare nell’arrivo delle precipitazioni stagionali, convincendo gli agricoltori a seminare. Ma la pioggia, attesa a marzo, non è arrivata e la seminagione è andata perduta. Per non dire delle difficoltà che stanno incontrando i pastori: il bestiame ormai non
trova più pascoli degni di questo nome e la tensione tra i diversi gruppi in cerca di foraggio sta crescendo.

È un vero e proprio appello quello che lancia il sacerdote mestrino, in Africa dal 2005: «Si è creata una emergenza siccità, che naturalmente colpisce soprattutto la fascia più povera della comunità. La missione intende dare il proprio contributo a favore della popolazione locale. Senza
dubbio non possiamo solo costruire una chiesa e mettere le campane per dire che abbiamo fatto il nostro dovere di missionari e di cristiani. Si tratta invece di condividere la vita della nostra comunità e le sfide quotidiane della gente». Si eviterà di distribuire gratuitamente aiuti alimentari alla popolazione: «E’ un intervento che provoca disuguaglianza, tensioni e dipendenza», chiarisce don Giacomo. Sulla scorta dell’esperienza maturata in passato, si pensa invece di intervenire attraverso
due canali.

Intanto verrà riaperto il progetto “Food for Work” (cibo in cambio di lavoro). Si organizzano squadre di lavoro da 100 persone, che eseguiranno lavori manuali di utilità comune
e che puntano allo sviluppo del territorio. Per 8 giornate di lavoro ogni operaio riceve una certa quantità di granoturco, fagioli e grasso vegetale. Nella stessa squadra vengono inseriti membri di
diverse famiglie e gruppi, in modo che gli aiuti arrivino a più famiglie possibile. Ogni
squadra svolge il lavoro assegnato sotto la supervisione di un responsabile designato direttamente
dalla Missione.

Il secondo canale è quello del “Feeding Program”. Nelle scuole primarie del territorio il governo fa sì che agli alunni venga offerto un pasto, anche per favorire la frequenza scolastica. «Nel nostro territorio, però, ci sono alcune scuole nuove non ancora riconosciute dal governo», spiega il missionario mestrino, «che quindi non rientrano nel Feeding Program. Per di più, si tratta di scuole che sorgono nella zona più povera della parrocchia. La missione interviene allora con aiuti alimentari
(granoturco, fagioli e grasso vegetale) destinati agli alunni e, attraverso i propri dipendenti,
controlla e assicura che il cibo venga utilizzato esclusivamente a tal fine».

La parrocchia ha già definito gli obiettivi che vorrebbe raggiungere nel corso di quest’anno. Per quanto riguarda il Food for Work si vorrebbe che lavorassero almeno 15 squadre (1.500 persone) per
svolgere i seguenti lavori: a) allargare la fossa per la raccolta dell’acqua piovana per irrigare la campagna della parrocchia; sistemare il terreno attorno al nuovo edificio della chiesa parrocchiale; preparare un campo da 10 acri da destinare all’agricoltura. Per il Feeding Program, si vorrebbero
raggiungere in totale circa 700 alunni delle scuole di Nagum, Dam Mbili, Ol Donyo Ariwo, Kanjul, Mouarak, Louniek e Magadi (queste ultime in parte già sostenute dal governo). Il costo totale del programma di emergenza assomma a 24.900 euro.

C’è urgenza di reperire i fondi al più presto, entro il mese di agosto. Questo perché “Food for work” dovrebbe iniziare il prossimo mese, mentre il Feeding Program a settembre, con l’avvio del terzo
trimestre scolastico. Don Giacomo Basso chiede il sostegno di tutti i gruppi e gli amici vecchi e nuovi, pronti a sostenere la missione. L’Ufficio missionario diocesano sta facendo da tramite per la raccolta delle offerte, che possono essere versate tramite il conto corrente postale n. 14876304 intestato a “Curia Patriarcale”, con la causale “Emergenza cibo – Kenya”.

Articolo di Paolo Fusco, tratto da da “Gente Veneta” n.30 del 26/07/2014


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